La prima mappa dell'umanità (non connessa) - 2 dal blog di Jaime D'Alessandro - Repubblica.it «L’analisi è stata fatta dai computer grazie al deep learning, l’apprendimento delle macchine, reti neurali sintetiche che imparano a svolgere un compito specifico riuscendo in questo caso a trovare le abitazioni con un margine di errore inferiore allo 0,2 per cento», racconta Yael Maguire, a capo del Connectivity Lab di Facebook. Singolare che il risultato alla fine ricordi un’altra mappa ben più antica, la vista dall’alto a volo d’uccello delle abitazioni di Çatalhöyük, villaggio anatolico del seimila avanti Cristo. Pittura rupestre considerata da molti, ma non da tutti, fra i primi esempi di cartografia. Facebook in realtà parte da una costatazione pratica, anche se la sua mappa ha implicazioni ben più profonde dell’uso per la quale è stata concepita. «Se vogliamo connettere tutta l’umanità», spiega Jay Parikh, a capo della divisone infrastrutture della multinazionale americana, «dobbiamo trovare un modo per farlo che sia economicamente vantaggioso per le aziende di telecomunicazione. Nel mondo ci sono aree densamente popolate, ma con centri abitati relativamente piccoli. Senza una stima precisa e la dislocazione esatta degli edifici è impossibile valutare quale sia la soluzione migliore per portare connettività. Sulla carta, stando alle informazioni generiche che avevamo fino a ieri, ogni operazione del genere rischiava di essere un’operazione in perdita per un operatore. Con il nostro aiuto, fornito gratuitamente, ora si può valutare casa per casa. Capendo dove vale la pena portare la fibra, dove un cavo di rame, dove offrire la copertura con altri sistemi».
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